Si lotta e si crea anche per ricordare chi ci è stato affine. Non ha
importanza se Nicola si dichiarasse antifascista o meno. In questi anni
di ripensamenti e ricombinazioni sociali, culturali, politiche,
esistenziali, abbiamo imparato a definirci non per quello che siamo ma
per ciò che non siamo. A differenza dei suoi assassini Nicola non era
nazista, non era fascista, non era razzista, non era leghista, non era
un reazionario. Sappiamo ciò che non siamo, ciò che saremo dobbiamo
inventarlo. Lontani dalle passioni tristi, gioiosamente, naturalmente,
vivere come l’aria che si respira, come ha fatto Nicola. Skate: ebrezza
e surf dell’anima. Montagna: tregua, respiro, silenzio. Colore arancio:
vitalità e spiritualità. Immaginazione. Vita contro la morte.
Gruppi culturali, teatrali, musicali, associazioni sociali, migranti,
individualità, giovani e meno giovani, con esperienza politica e no.
Nella sala Lucchi colma di persone, si è svolta l’assemblea aperta
cittadina per la promozione della manifestazione del 17 maggio. Molti
gli interventi, le proposte, le idee, le riflessioni. Un esempio di
comunicazione e informazione che si alimentano per formare socialità
diffusa e un’etica fatta di memoria, immaginazione e concretezza.
Ricordare Nicola, non permettere che la sua vita e il suo assassinio
siano dimenticati, questo il sentimento più diffuso negli interventi.
Da qui le molte proposte, come la posa di una targa commemorativa a
Porta Leoni e l’intitolazione di un centro giovanile/biblioteca. Il
corteo sarà aperto, comunicativo, partecipato, in cui la città parlerà
con la città, le identità si meticceranno con Verona, perchè è con la
solidarietà e la relazione che può nascere una nuova sensibilità.
Per sconfiggere l’intolleranza, il razzismo, la discriminazione è
necessario far appello alla coscienza civile di Verona e alla sua
capacità di autocritica come atto d’amore verso la città stessa, perchè
è proprio dalle condizione estreme che possono nascere pensieri e
pratiche vivificanti, perchè è proprio dal dissenso che possono nascere
sensibilità, coscienza, saperi nuovi. E’ necessario quindi costruire
progetti per nuove sensibilità, forme di vita libere, culture
innovative e non sottomesse, valorizzare le esperienze di gestione
reticolare dal basso, le diversità di genere e di desiderio, di
molteplicità di orientamento e identità (glbtq), la lotta accanto ai
migranti e contro la guerra, l’impegno per la giustizia sociale, contro
la condizione precaria del lavoro, per il diritto alla casa, la
creazione di mercati autogestiti (terra/ambiente/produzione/rivoluzione
dei consumi). Una nuova sensibilità ha bisogno di creare in maniera
cooperativa forme e strumenti di comunanza, dall’aria all’acqua fino
alla produzione informatizzata e alle reti.
"C’è fascismo in ogni buca" ci suggeriscono Gilles Deleuze e Felix
Guattari. Usciamo all’aperto quindi, fuori dalle logiche gerarchiche,
di appartenenza, di potere e di micropotere, per creare una nuova
sensibilità non autoritaria.
Assemblea aperta cittadina di Verona