Nella notte tra lunedì e martedì una decina di grandi scritte murali sono comparse sulle mura esterne del cimitero ebraico di via Badile.
“Comunisti al forno, negri e rom di contorno”, “ebrei luamari si peso de quei della chimica”, svastiche, alcune storte, una ad imbrattare la stella di David sul pavimento all’ingresso, errori grammaticali, una pesante minaccia di morte dedicata ad un politico cittadino non nuovo a queste attenzioni. Una mano incerta, probabilmente non di militanti ma di vaghi simpatizzanti di una destra plurale, stando a scritte apparentemente della stessa matrice che sempre in quartiere inneggiano alla “padania” e se la prendono in particolare contro i rom.
Niente di nuovo sotto il sol veronese, si dirà.
Ciononostante alcune riflessioni e alcune interrogativi.
Innanzitutto da circa due mesi la massiccia e variegata presenza di “prosa e arte neonazi” che da sempre colora i muri della città, lasciata spesso in bella mostra dalla colpevole indifferenza dei cittadini e delle istituzioni, è andata rapidamente calando come probabile conseguenza dell’alta esposizione mediatica a cui la città è stata sottoposta.
Ma allora il fiorire di questi graffiti è poi così spontaneo o segue delle dinamiche o delle “logiche”particolari? Inoltre ci chiediamo se la ripresa delle attività grafiche non sia un segnale di un termine (percepito) della fase di controllo e morigerazione dei comportamenti spontanei della gioventù nostrana, non sia la percezione della riuscita operazione di rimozione di quanto è accaduto a Nicola. Come dire: “tira ‘na bruta aria , stiamo calmi..” Se così fosse non tarderanno a verificarsi anche le aggressioni e le intimidazioni che riempiono da sempre le nostri estati…
Annotiamo che tra gli immancabili “negri”, le “zecche” e i “comunisti” di cui noi de “la chimica” siamo autorevoli “incarnazioni”, entrano nella lista nera la “razza ebraica” (da quattro anni almeno il cimitero o la sinagoga non erano oggetto di simili atti) e gli attualissimi “rom”. Per quest’ultimi ci chiediamo quanto pesi il sovraccarico politico e mediatico ( con lievi coloriture “legalmente razziste” direbbero alcuni!!!) a cui sono stati sottoposti e se esso si possa limitare agli epiteti offensivi.. se ancora ci fosse un campo registreremmo fatti simili a quelli di Napoli?
Il sindaco su sollecitazione della comunità ebraica, ha fatto rimuovere le scritte vergognose alla velocità della luce, tanto da non poter essere documentate da giornali e tv locali. Nonostante alcuni imbarazzanti rapporti con l’ “intellighenzia” negazionista e revisionista nazionale e qualche passeggiata di troppo con chi gli ebrei non li vede mica tanto di buon occhio, confidiamo che la rapida rimozione delle scritte sia stata fatta in buona fede, la stessa con cui ha deciso di lasciare in bella mostra quelle successive al corteo del 17 maggio (con annesse richiesta danni agli organizzatori e pubblicità della ditta di tinteggiatura di suo personale amico) perché fossero di monito a tutti i cittadini della barbarie di certi criminali.
A cosa dobbiamo allora il ritardo nel denunciare, nello stigmatizzare il vergognoso e ignorante atto nazista e razzista da parte del paladino del decoro e della legalità?
Cose che capitano una volta ogni tanto? Ragazzate?
Nell’esprimere la piena solidarietà alla comunità ebraica, ci permettiamo di ricordare che qualche gesto di denuncia e di indignazione in più, qualche parola in più e qualche silenzio in meno forse avrebbero contribuito ad evitare la tragedia di due mesi fa. Le impronte della memoria (non quelle digitali) sono di mani che dovrebbero costruire…
la chimica
bastardi…………