made in Italy

made in italy non racconta una storia. Affronta in modo ironico, caustico e dissacrante le contraddizioni del nostro tempo. Lo spettacolo procede per accumulo. Fotografa, condensa e fagocita quello che ci circonda: i continui messaggi che ci arrivano, il bisogno di catalogare, sistemare, ordinare tutto. Procede per accostamenti, intersezioni, spostamenti di senso. Le scene non iniziano e non finiscono. Vengono continuamente interrotte. Morsicate. Le immagini e le parole nascono e muoiono di continuo. Gli attori non recitano. La musica è sempre presente e  detta la logica con cui le cose accadono. Come in un video-clip.

made in italy è un groviglio di parole.

E’ un groviglio di tubi luminosi.

E’ un groviglio di icone.

Per un teatro pop.

Per un teatro rock.

Per un teatro punk.

Un teatro carico di input e di immagini: sovrabbondante di suggestioni, ma privo di soluzioni.

 

mio padre è comunista e considera la gente una massa di coglioni

massimiliano si è preso otto anni per spaccio e teme per l’effetto serra

mio zio è ignorante e sa tutto.

casini non può essere alleato con un gruppo parlamentare denominato lega per l’indipendenza della padania quindi gli chiede di cambiare nome

il presepe è la famiglia 

se lo stato non fosse burocrazia sarei un cittadino

se l’ideologia non fosse scissa dalla realtà sarei ideologico

se la chiesa non esistesse sarei cattolico

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