Editoria e culture indipendenti
Verona, 28 Marzo – 6 Aprile. Quarta Edizione
La Biblioteca G. Domaschi – spazio culturale anarchico, La Chimica e il collettivo Metropolis promuovono la quarta edizione di “Brutti caratteri”, rassegna di editoria e culture indipendenti. Nata nel 2003, l’iniziativa ha preso corpo successivamente nei vari luoghi che sono stati di volta in volta attraversati dal centro sociale, dall’occupazione di lungadige Attiraglio a quella di piazza Zagata (edizioni 2005 e 2006). Dopo lo sgombero e la demolizione dello stabile da parte dell’amministrazione Tosi, l’impegno preso allora di proseguire nelle attività promosse nonostante la repressione ordinata dal sindaco ha dato forma a una versione diffusa di Brutti caratteri, che intende contaminare molteplici spazi di un quartiere complesso e vitale come Veronetta.
Quest’anno la formula “tradizionale” fin qui praticata (presentazioni di libri, riviste, fumetti e filmati in presenza degli autori) sarà trasformata in una serie di appuntamenti volti principalmente alla discussione di un argomento chiave, quello della sicurezza, individuato come modello per discutere e contestare le attuali politiche locali, nazionali e globali che attentano quotidianamente alle libertà di tutt*. Momento centrale della discussione intorno al fantasma securitario sarà la giornata di dibattito “Paranoid city. Il falso mito della sicurezza” che si terrà presso sala Lodi.
Il tema verrà affrontato da diverse prospettive: la militarizzazione dell’ordine pubblico in relazione allo sviluppo dell’“interventismo umanitario” in uno scenario di conflitto globale permanente; le politiche securitarie promosse dalle amministrazioni locali e la contestuale creazione di ghetti urbani; la repressione della prostituzione nel quadro di politiche del “decoro” volte al controllo dei corpi e dei comportamenti sociali; la questione dei migranti tra volontà di assimilazione e meccanismi di esclusione, reclusione, espulsione; la costruzione dello stereotipo del marginale e del deviante a partire dalle curve degli stadi e dalle banlieue; l’ossessione identitaria e i suoi antidoti.
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