LA FIAMMA DEL VENETO SOSTIENE FLAVIO TOSI
In seguito alla festa di apertura della campagna elettorale di Flavio Tosi per le prossime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale di Verona, il Coordinamento regionale del Veneto del Movimento Sociale Fiamma Tricolore annuncia, ufficializzando la candidatura del nostro dirigente provinciale Andrea Miglioranzi, di voler appoggiare e sostenere la candidatura a Sindaco della città, dell’attuale Assessore alla Sanità della regione Veneto.
Conoscendo direttamente Flavio Tosi e avendo avuto modo di constatare il suo grande impegno politico e sociale per la città scaligera e non solo, avendolo visto in prima persona difendere e preservare i diritti e gli interessi della cittadinanza, sono ad auspicare che la sua candidatura sia sostenuta anche da tutte le forze politiche della Casa delle Libertà.
Piero Puschiavo
Coordinatore Regionale del Veneto
”Mai al governo con la porcilaia fascista.”
Umberto Bossi, 1 febbraio 1994.
”Noi della Lega siamo la continuazione dei partigiani che hanno combattuto per la libertà: la Lega non farà mai un accordo politico con il Msi, con i fascisti, o come cavolo si chiamano adesso. Mai con i fascisti! Mai con i fascisti! Mai con i fascisti!”
Umberto Bossi, 6 febbraio 1994.
Insalata di Cus Cus VENETO freddo con verdure RIGOROSAMENTE BIANCHE
Tosi "cancella" i parti islamici
Veto dopo la richiesta di una coppia marocchina che ha preteso un’équipe medica di sole donne
Belluno
Niente più "parti islamici" negli ospedali del Veneto. A decretarlo l'assessore regionale alla Sanità, il leghista Flavio Tosi, infuriatosi dopo aver appreso di un cesareo con richiesta di "un'équipe di sole donne" all'ospedale di Feltre.
Tosi, saputo dell'accaduto, ha scritto ai direttori generali delle Ulss per ribadire, con tutta la fermezza di cui è capace, che «richieste di particolari forme di assistenza, non motivate da esigenze cliniche e che necessitano, per la loro soddisfazione, di una modifica anche temporanea dell'assetto organizzativo dell'azienda sanitaria o del singolo reparto, non devono trovare accoglimento». Mai più parti islamici, dunque. Questo l'ordine dell'assessore.
Sfilate anti-nomadi
Verona, leghisti e neofascisti contro il campo rom
da Il Manifesto del 13 giugno 2004
Un campo rom che diventa una passerella per gli spot elettorali, la campagna del centro-destra e della Lega che si tramuta in una crociata dai toni razzisti. Accade a Verona, dove ieri pomeriggio solo la pronta reazione degli antirazzisti del Cesar K. e del Csoa La Chimica ha impedito che un manipolo di camicie verdi, munite di manifesti contro gli zingari, tra cui il deputato Federico Bricolo, il consigliere regionale e comunale Flavio Tosi, candidato alle elezioni provinciali, sotto processo con altri cinque per violazione della legge Mancino, raggiungessero il campo rom di Boscomantico. Allestito dal comune di Verona nell’area adiacente all’ex-aeroporto, il campo ospita circa 150 persone di nazionalità rumena, in maggioranza donne e minori. Le forze dell’ordine, arrivate a scontri verbali già iniziati, in un bailamme di auto messe di traverso, insulti, applausi, fischi, telecamere, hanno schierato a difesa del campo un drappello di carabinieri che hanno allontanato i leghisti.
da L'Arena 2 marzo 2005
Contro i nomadi i sei leghisti veronesi usarono un’ideologia razzista moderna, basata sul «travestimento tattico» e «socialmente più accettabile», un populismo che è vietato dalla legge. È questo il nucleo centrale delle motivazioni della sentenza con la quale lo scorso 2 dicembre il tribunale condannò a sei mesi a testa il consigliere regionale della Lega Nord Flavio Tosi, gli assessori alla Provincia Matteo Bragantini e Luca Coletto, il presidente dell’ottava circoscrizione Enrico Corsi, e i capigruppo della sesta e ottava Barbara Tosi e Maurizio Filippi. Nelle 124 pagine del verdetto, il tribunale presieduto da Mario Sannite con giudici a latere Federica Baccaglini e Massimo Di Camillo, fissa una serie di principi della giurisprudenza sulla legge Mancino, la norma che punisce l’incitamento all’odio e alla discriminazione razziale[…]
Il tribunale ritiene che è falsa questa tesi sviluppata da alcuni dei sei leghisti durante il processo: «Abbiamo mentito dicendo che volevamo cacciare gli zingari da Verona. Volevamo solo che venisse ripristinata la legalità nel caso di un campo nomadi abusivo». «È invece vero il contrario», sostiene la sentenza, «e nel caso di specie gli imputati, diffondendo tout court pensieri fondati su idee di superiorità e di odio razziale, hanno incitato a commettere atti di discriminazione».[…]